Museo Archeologico provinciale
Dopo aver visitato il superbo Museo Archeologico Nazionale di Potenza il turista avrà la possibilità, visitando il Museo Archeologico Provinciale, sempre a Potenza, di avere una visione ed una conoscenza pressoché totali dei popoli antichi stanziati in Basilicata dalla preistoria e dalla protostoria fino alla caduta dell’Impero Romano. Il Museo espone infatti i reperti archeologici rinvenuti negli scavi condotti in Basilicata riferibili ad un arco cronologico compreso fra la preistoria e la tarda età romana, in una mostra permanente della collezione archeologica e nella mostra documentaria “Antichidentità”.
Nel Museo archeologico provinciale si organizzano anche attività ed eventi culturali, quali mostre, convegni, laboratori pratico-creativi di didattica dell’archeologia, promossi dall’Ente. Il museo è ospitato in un immobile strutturato su cinque livelli. Il piano terra ed il secondo piano ospitano mostre temporanee relative a varie tematiche; il primo piano ospita una mostra archeologica permanente che illustra il percorso crono-culturale delle tre grandi forme di popolamento della Lucania antica (Enotri, Greci, Lucani) dall’età arcaica fino alla romanizzazione; al primo piano interrato si trova il deposito del materiale archeologico posseduto dal museo.
La struttura architettonica fu realizzata dal’architetto napoletano Giovanni De Franciscis, vincitore del concorso bandito dalla Provincia, che progettò appunto questa struttura museale ad hoc. Fu inaugurata, sfortunatamente proprio nell’anno del terremoto, il 1980, il sisma del 23 novembre pur non danneggiando l’edificio, ne cambiò la destinazione d’uso. I reperti dovettero lasciare spazio agli uffici dell’Amministrazione provinciale. L’ultima riapertura al pubblico avvenne nel 1997 e da allora il museo è il fulcro della Rete della Cultura di Potenza, un sistema museale che comprende anche la Pinacoteca Provinciale e il Covo degli Arditi.
Diversi sono i percorsi di questo ricco museo, a cominciare dal percorso denominato “Antichidentità”, nel quale è possibile visitare la sezione pre-protostorica intitolata a Francesco Ranaldi, che include i più significativi reperti provenienti dagli scavi nell’area del Bacino di Atella, dalle grotte di Latronico, da Oliveto Lucano.
Al primo piano sono esposti i materiali riferibili alle tre grandi forme di popolamento in Basilicata (Enotri, Greci, Lucani) a partire dall’VIII secolo a. C. e reperti ascrivibili al processo di romanizzazione avvenuto nel periodo compreso tra il IV secolo a. C. fino alla prima età imperiale.
Nel giardino interno, significativa è l’esposizione del Lapidarium, con iscrizioni onorarie e funerarie in lingua latina relative alla Potentia romana nel periodo compreso tra età repubblicana e tardo-antica.