L’auditorium
Tre ricercatrici francesi, Marie-Laure Boulet, Christine Moissinac e Francoise Soulignac hanno scritto nel 1990 un libro sugli Auditorium migliori e più belli di tutto il mondo (Auditorium, Le Moniteur Editions, Francia) nel quale, alla luce della evoluzione delle sale da concerto degli ultimi tre secoli, del rapporto con l’ambiente urbano e dell’acustica sono stati selezionati quattordici Auditorium di tutto il mondo, dal Palazzo della Musica di Valencia (Spagna) alla Sala modulabile dell’Opera Bastiglia di Parigi (Francia), dalla Sala di Musica da Camera di Berlino (Germania) al Renzo Piano Building di Colonia (Germania), dal Centro Musicale Vredenburg di Utrecht (Olanda) alla Royal Concert Hall di Nottingham (Inghilterra), dalla Sala di Musica da Camera di Bonn (Germania) al Palazzo Finlandia di Helsinki (Finlandia), dalla Sala Edgar Varese, progettata da Anvar Aalto a Lione (Francia), al Casals Hall di Tokio (Giappone), dal Centro Sinfonico Morton progettato a Dallas (USA) da M. Pei allo Zenith II di Montpellier (Francia). Ne mancano ancora due per fare quattordici. Uno è l’Arsenal Auditorium ad opera di Ricardo Bofil a Metz (Francia) e l’altro, l’unico italiano si trova a Potenza ed è proprio quello di cui stiamo parlando; l’Auditorium e l’Anfiteatro del Conservatorio ‘Gesualdo da Venosa’ a Potenza di Giovanni Rebecchini. Uno dei più belli, uno dei migliori e più riusciti Auditorium del mondo, uno fra i primi quattordici a livello mondiale, il migliore o più bello, forse, d’Italia.